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Pietro Bembo - Rime

cerchio di Stige e ‘n quello eterno foco,
che, posta col mio mal, non fosse un gioco

Né fia per tutto ciò, che quella voglia,
che con sì forte laccio il cor mi strinse,20
quando primieramente Amor lo vinse,
rallenti il nodo suo, non pur discioglia,
mentre in piè si terrà questa mia spoglia:
ché la radice, onde ‘l mio dolor nasce,
in guisa nutre e pasce25
l’anima, che di lui mai non mi pento,
anzi son di languir sempre contento.

Canzon, e vo’ ben dir cotanto avanti:
fra tutti i lieti amanti
quanto dolce in mill’anni Amor comparte,30
del mio amaro non val la minor parte.

LXXIII.

A quai sembianze Amor Madonna agguaglia,
dirò senza mentire;
pur ch’altri non s’adire,
o ‘n mercede appo lei questo mi vaglia.
Un sasso è forte sì, che non s’intaglia;5
altro per sua natura
empie, e giamai non sazia, occhio che ‘l miri.
Così contenti lascia i miei desiri,
sazj non già, di quella petra dura,
che d’ogni oltraggio uman vive secura,10
la dolce vista angelica beatrice,
de la mia vita e d’ogni ben radice.

Là dove ‘l sol più tardo a noi s’adombra,
un vento si diparte,


Letteratura italiana Einaudi 46