Rime (Andreini)/Sonetto LXXIII
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto LXXIII
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SONETTO LXXIII.
L
Assa pur veggio il loco, ove solèa Meco parlar de’ nostri dolci amori
Tirsi gentile; e qui trà l’herbe, e i fiori
Ei dal mio dire, & io dal suo pendèa.
Quì cantando il mio sol spesso dicèa
Più nobil fiamma duo leggiadri cori
Unquà non arse. o fortunati ardori,
O dolce morte, che la vita bèa.
Quì fur più volte raddolcite l’aure
Da quei soavi, e graziosi accenti,
Che i nomi nostri risuonar d’intorno.
Hor languiscono i fior, tacciono i venti,
E null’altro fia mai, che ne restaure
Fuor, che ’l suo desiato almo ritorno.