Rime (Andreini)/Sonetto CLIV

Sonetto CLIV

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SONETTO CLIV.


S
E brami, che per te si strugga il core,

Perche tua gran beltà, ch’ogn’altra avanza
     Levandomi di mano ogni speranza
     S’è fatta empia ministra di dolore?
Per haver ne le guancie un bel candore
     Misto di rose havrai dunque baldanza
     Di tormentarmi sempre? ah che sembianza
     Bella non basta à mantener amore.
Quel duro sen d’un bel diaspro armato
     La natural sua feritate hor lasce,
     E da stral di pietà resti piagato.
Ch’Amor (no’l negh’io già) dal bello nasce;
     Ma per natura à’ cari vezzi usato
     Più di pietà, che di beltà si pasce.