Rime (Andreini)/Sonetto CIII
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto CIII
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SONETTO CIII.
V
Ago di preda un Pescator sedèa Sovra uno scoglio; e ’l cibo insidioso
Turbando a’ pesci il dolce lor riposo
Da la tremula sua canna pendèa.
Quand’ecco Amor, che di desìr ardèa
Di novi scherzi, sotto l’onde ascoso
Prendendo l’hamo, il pescator gioioso
Di piacer falso il lusinghier rendèa.
Lo scorse intanto la gran Dea del Mare,
E disse. ah parti Amor, che s’anco un poco
Soggiorni, arder vedrassi il Regno mio.
Ed egli. non temer; perche quand’io
Quì venni, entro le luci honeste, e chiare
Di Marfisa lasciai tutto ’l mio foco.