Ricordi delle Alpi/Parte Seconda/II

La Guardia nazionale di Fusine

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Parte Seconda - I Parte Seconda - III
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II.

La Guardia nazionale di Fusine.

In fatti, trovammo che l’oste faceva festa. S’era in domenica: la vita, solita dal popolano a rallegrarsi in tal giorno con qualche onesto giuoco e piacevole ragunata, aveva quivi preso una cotale giocondità e baldoria per l’arrivo della guardia nazionale di Fusine, venuta a godere una giornata d’autunno con una così detta passeggiata militare.

Con tutto il mio rispetto per le nostre guardie nazionali, credo non meriti spendere molte parole sulla compagnia, che si trovava a Cajolo; lasciamola lì, in attesa che il [p. 79 modifica] Parlamento ci pensi lui a riformare, come dicono, la istituzione, chè certo farà opra degna e decorosa.

Lo spiazzato è tutto ingombro; e chi, seduto su panconi, se la gode dinanzi a tavole ben provvedute di vini, di frutta e camangiari; chi vaga ne’ campi; chi ne sbottona qualcuna delle curiosissime sue, infiorandola con qualche malizioso e strano sorrisetto; vi sono capannelli di tre, di quattro o più, che se la fumano pacificamente, barattando oneste parole; e veggonsi alcuni pedinare qualche credula villanzona; altri, tacito e solingo, s’inoltra nell’alveo secco e roccioso del Livrio. — Trionfante, la bandiera della guardia nazionale fusinese sventolava dalla finestra principale dell’osteria. Prima cosa a farsi, chiamammo ser Mostacchetti e lo pregammo ci allestisse un po’ di desinare per le cinque; poi, lasciati i vaporosi schiamazzi di que’ buoni popolani, volemmo dare una scorsa al paese, che ci costò pochi passi. — Componesi di poche case a destra, delle quali unica a notarsi quella del comune; ripassammo dalla sega ad acqua, prossima una trentina di passi all’osteria, e ci dirizzammo verso la chiesa parrocchiale.