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78 | ricordi delle alpi. |
le rama carche di frutti, i cui aperti malli rammentano al contadino ch’è omai giunto il tempo del bacchiare.
Eccoci nei paesello: allarghiamo un poco il cuore; ci conviene posare un pochino all’osteria di ser Mostacchetti, che — per norma di chi legge — è lo stesso sindaco della terra: invero una tal quale pretensione la c’è, sia che badisi agli adunati sullo spiazzato, sia che ascoltinsi i cicalamenti delle sale a pian terreno e superiori. Anche i più umili paesi hanno le lor pretensioni: chi potrebbe dirsene spoglio?
II.
La Guardia nazionale di Fusine.
In fatti, trovammo che l’oste faceva festa. S’era in domenica: la vita, solita dal popolano a rallegrarsi in tal giorno con qualche onesto giuoco e piacevole ragunata, aveva quivi preso una cotale giocondità e baldoria per l’arrivo della guardia nazionale di Fusine, venuta a godere una giornata d’autunno con una così detta passeggiata militare.
Con tutto il mio rispetto per le nostre guardie nazionali, credo non meriti spendere molte parole sulla compagnia, che si trovava a Cajolo; lasciamola lì, in attesa che il Par-