Ricordanze della mia vita/Parte terza/LV. Delusione e amarezza
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LV
(Delusione e amarezza).
Santo Stefano, 2 maggio 1857.
Qui si è saputo che non si va piú in America, che non si armano piú legni, che non solo è sospeso questo affare, ma dismesso del tutto, e non ci si pensa piú. Dimmi, se sai, che diamine è questo, e se davvero non dobbiamo pensarci piú, ed accomodarci a rimanere nell’ergastolo. Fammi sapere qualche cosa, perché sto sospeso in aria come in un pallone, e non posso formare nessun giudizio. Questo benedetto affare mi ha dato molte noie, e non è stata l’ultima quella che ho avuto da un tale, che ha detto che io e Silvio siamo venduti al governo, e però vogliamo andare nell’Argentina, e persuadiamo (a suo dire) gli altri ad andarvi. Ho riso di questa scempiaggine, ma ho sentito anche una stizza grande contro gente cosí sciocca e ribalda. Altro che all’Argentina, fuggirei agli antipodi per uscire di mezzo a queste stomachevoli sozzure! Ho perduta la pazienza, la calma, la freddezza che convengono ad uomo, e sono necessarie in questi luoghi e questi tempi.