Renovatione della Chiesa/Avvisi/3

Ammaestramenti, avvisi e ricordi
Dichiarazione delle sopradette promesse

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E dovete pensare sorelle mia, che queste promesse non l’havete promesse a creatura ma a Dio e alla sua S.ma Madre, però dovete cominciare, non dico stasera o domattina, ma ora in questo punto a osservarle, non con parole ma con fatti, perché nel dì del giudizio ne sarete richieste; e a voler far questo, dovete risguardare il vostro Sposo nudo e crocifisso.

Per meglio distinguervi quel che di presente dovete fare vi dico che:

Quanto allo star lontane da i secolari (acciò non siate gravose a chi vi regge) andate solo a vostri parenti, standovi il manco che potete; e le vostre parole sieno in modo che mostrino non siate più del mondo, ma tutte unite a Dio. E state quivi solo col corpo, e col cuore dalle vostre sorelle, a tal che: se le sono in coro, e voi in coro, se in refettorio, se altri esercizi, e voi a quelli esercizi.

Poi a voi non tocca ancora a fare elezione, non havendo voce in capitolo; ma accioché ancor qui non manchiate, dovete far fervente orazione per chi ha far tale elezione.

In quanto alla semplicità, sempre la dovete accresciere giusto il vostro potere; e quando nessuna volessi trovar nuove usanze in far le cose più belle e più buone che al presente, non acconsentite mostrandolo con l’esempio, non permettendo che delle vostre mane esca mai cosa nessuna che non sia semplice e abbietta. E in tutte le congregazione che di tempo in tempo vi troverete, proccurate che vi sia solo la necessità e il bisogno, gloriandovi nella semplicità e abbiezione.

Continuamente dovete haver la cognizione di voi, essendo sempre le più humile e le più reverente, le più abbiette e dispregiate. Amare tutte le vostre sorelle d’uno scambievole et intrinsico amore, essendo le prime a sovvenirle in tutti i lor bisogni e necessità; anzi humilmente pregatele che quando hanno un bisogno, a voi lo voglin conferire.

Quando sarete uscite di noviziato non permettete mai che alcuna vostra sorella patisca per vostro amore, ma vogliate esser sempre voi quelle che patiate, e non dar da patire.

Siate sempre rette e verace in tutte le vostre parole, dicendo sempre che quel che è virtù sia virtù, e quello che è vizio, vizio, non simulando mai cosa nessuna.

Sempre vi contenterete di quello che dà la povertà della Religione; anzi conoscendo, come in vero è, non esser degne d’aver quel ch’ hanno l’altre, e desiderando, e quando vi occorre compiacervi, di patir delle cose necessarissime, con havere una gran fede nelle cose che vi dà la santa Religione. E ancor che per l’addreto v’havessin fatto male, crediate che il vostro Sposo Jesu vi infonderà drento tanta virtù che non vi noceranno, ma sì bene vi conforteranno, per non esser gravose a chi ordina e guastare il decoro della Religione.

Per ultimo vi dico che attendiate e notiate ogni punto, per dir così, e ogni sillaba della nostra santa regola, essendo sollecite e zelante d’osservare sì il silenzio come di guardarvi dall’ozio che tanto detesta, come potete havere inteso, seguitando sempre, et essendo sollecite al coro, refettorio e a tutti gl’altri esercizi della santa Religione.

Questo vi dico ancora: che habbiate sempre caro d’esser riprese e che vi siano detti li vostri difetti; anzi ne dovete sempre pregare i vostri superiori e le vostre sorelle.