Renovatione della Chiesa/Ammaestramenti/2
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II. Dell'amore et osservanza verso la nostra madre religione
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1. Amate questa vostra madre Religione che v’ha partorito a Dio, e questo farete quando obbedirete e osserverete quello che essa v’ordina nella regola e constituzione, e terrete conto d’ogni cosa d’esse ancor che minima.
2. Fate che la Religione non v’habbia a portare, ma con gran prontezza portate lei sottomettendovi a ogni fatica e a ogni patire e incommodo per sovvenirla e mantenere il suo vigore e bellezza.
3. Fate tutte le cose della Religione, etiam che piccolissime, con il maggior affetto a voi possibile, pensando che tutte sono opere di Dio; e diceva: se un poverino stessi in casa un re, pensate con che diligenzia farebbe tutte le opere ancor che piccole e vile, e con che reverenzia e affetto, pensando che sono opere del re e che gli fa servizio a farle, e si terrebbe beato di poterle fare. Cosi voi che siate in Religione, che è casa di Dio, dovete fare ogni esercizio di quella, ancor che piccolo e vile, con gran diligenzia et affetto e con reverenzia et humiltà, tenendovi beata di poterle fare, pensando che quella è opera di Dio e che gli date gusto facendola .
4. Desiderate se fussi possibile di poter haver mille mani e mille piedi per operar tutte l’azioni appartenente alla Religione. Antivedete i tempi e l’ore per potervi trovare in tutti i luoghi et esercizi di essa.
5. Date mille salti d’allegrezza amorosa nell’operare ogni minima azione della Religione, sapendo certo che in quella fate la volontà di Dio.
6. Ogni volta che sentite sonare a far qualche esercizio della Religione di qualsivoglia cosa che sia, pensate che è la voce di Dio che vi chiama a quell’esercizio.
7. Non tralasciate mai nessuno ordine della Religione se non siate impedita da obbedienza o carità, o vero per una gran necessità.
8. Tutti gl’ordini della Religione benché minimi sono scalini da condurvi più facilmente a Dio.
9. Non anteponete mai a qualsivoglia minimo ordine comune non solo il proprio comodo, ma ancor l’azione buone e sante se non fussi per maggior gloria di Dio o per sovvenire in carità al prossimo, perché tutte le cose della Religione son santificate dalla divina volontà, sendo fatte per obbedienza.
10. Saresti in gran pericolo d’esser ingannata dal Demonio se per star ritirata all’orazione a vostra voglia, non vi curassi di intervenire a gl’ordini comuni. E così ancora vi renderesti inutile all’osservanza della Religione, perché l’osservanza non può mantenersi senza che le monache si esercitino in essa.
11. Doderesti patir qualsivoglia stento e fatica, e quando fussi necessario mettere anco la vita, prima che permetter punto d’allargamento de gl’ordini della Religione.
12. Non vi mostrate mai stanca e sopraffatta nelle fatiche della Religione con una certa dimostrazione, e non vi paia che la Religione v’habbia a restare obbligata per quello che operate, anzi sappiate, vi dico, che voi siete obbligata a lei che v’adopera; e quanto più fussi con gran fatica, tanto più doveresti giubilare d’allegrezza.
13. Quando per fiacchezza e debolezza non potete concorrere a qualche fatica e osservanza della Religione non dite non posso, ma per i miei peccati non merito di potermi affaticare nella Religione né fare la tale o tal cosa.
14. Se avvenissi che v’ammalassi, non date la colpa a cibi né alle fatiche della Religione, ma pigliate l’infermità dalla mano di Dio perché tutto quello che si fa nella Religione è volontà di Dio e ordinato conforme a quella, però non può esser causa di male.
15. Habbiate nel cibarvi una gran fede alle cose che vi dà la santa Religione e, ancor che per l’addreto v’havessin fatto male, crediate che il vostro Sposo v’infonderà drento tanta virtù che non vi noceranno, ma sì bene vi conforteranno; e questo per non esser gravosa e guastare il decoro della Religione.
16. I cibi che ci son messi innanzi sono santificati dalla Religione e Dio mette virtù in loro che ci sostentino come buoni, se bene son grossi e poco sani. Quando Dio vorrà altrimenti ci provederà.