Ragguagli di Parnaso (Laterza)/Centuria seconda/Ragguaglio I

Centuria seconda - Ragguaglio I

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RAGGUAGLIO I

La provincia di Focide per suoi ambasciadori si querela appresso Apollo che i ministri di Sua Maestá punto non osservino i loro privilegi; e nella loro domanda non solo non sono esauditi, ma è data loro acerbissima risposta.

La populatissima provincia di Focide, la quale gli anni passati si ribellò dagl’ignoranti e che volontariamente si sottopose al dominio di Apollo, dal quale ottenne privilegi tanto ampli che potea dirsi che i focesi vivessero in una mezza libertá, a questa corte ha ora mandati suoi ambasciadori per querelarsi degli ufficiali di Sua Maestá che punto non osservino loro i privilegi conceduti, instantemente chiedendo che in ogni modo sia comandata l’osservanza di essi. Questo negozio, che poco gusto diede ad Apollo, da lui fu rimesso al real Conseglio di Stato; dal quale due giorni sono ebbero gli ambasciadori l’ultima risposta: che que’ signori del Conseglio grandemente rimanevano maravigliati e scandalizzati che gli uomini di Focide tanto poco intendenti si mostrassero delle cose del mondo, che non sapessero che i privilegi, le esenzioni e le immunitadi, che ai popoli nuovamente acquistati si concedevano, somigliavano quelle cirege che a’ putti si davano per acquetarli allora che piangevano, le quali si ritoglievano poi loro, acquetati che si erano. Animosamente rispose allora il capo dell’ambasceria: che, se in Parnaso si usava di cosí bruttamente ingannare i semplici, [p. 8 modifica] Foci de ben tosto sarebbe ritornata a piangere, per esser acquetata poi con le cirege di nuovi privilegi. A costui Francesco Guicciardini, presidente del Conseglio reale, rispose che prima considerassero bene i focesi lo stato loro presente, che troverebbono che, con le cittadelle che nella pace si erano lasciati fabbricare addosso, a tal termine di servitú si erano lasciati ridurre, che, se ritornavano a piangere, senza pericolo alcuno delle cose di Apollo potevano esser quietati con le staffilate.