Quando salir fuor d'oriente sole
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Questo testo fa parte della raccolta Rime scelte di poeti del secolo XIV/Buonaccorso da Montemagno
Quando salir fuor d’orïente sôle
La messaggier de’ futuri giorni,
Dormendo udii fra lauri faggi ed orni
4Quella a cui porta molta invidia il sole.
Volsimi al suon di suo’ dolci parole,
Per veder gli atti pellegrini e adorni.
— Che fai, diss’ella, qui? dove soggiorni,
8Disonesto par noi veder qui sole. —
— O degli occhi miei scorta, luce mia —
Volevo dir, che sorridendo pose
11Sopra l’omero mio la bella mano.
I’ mi riscossi, chè sì dolci cose
Sofferir mia virtù più non potìa:
14Amor così pur mi nutrica in vano!
(Questo Sonetto, attribuito a Niccolò Tinucci, fu, con l’autorità di moltissimi codici, restituito al Montemagno da F. Trucchi, il quale lo ristampò ammendato nelle citate Poesie italiane inedite.)