Quando apar l'aulente fiore

Bonagiunta Orbicciani

Guido Zaccagnini/Amos Parducci XIII secolo Indice:Rimatori siculo-toscani del Dugento.djvu Duecento Quando apar l’aulente fiore Intestazione 16 luglio 2020 25% Da definire

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X

Non ha l'amore della sua donna e vorrebbe dimenticarla:
non essendogli ciò possibile, invoca da lei la fine dei suoi mali.

Quando apar l’aulente fiore,
lo tempo dolze e scrino,
gli auscellelti infra gli albóre
ciascun canta in suo latino:
5per lo dolze canto e fino
si confortan gli amadore,
quegli ch’aman lealmente.
Eo lasso no rifino
per quella che ’l meo core
IO va pensoso infra la gente.
Per quella, che m’ha in ballia
e m’ha d’amore conquiso
vo pensoso nott’e dia,
per quella col chiaro viso:
15co’ riguardi e dolce riso
m’ha lanciato e mi distringe
la più dolze criatura.
Lasso! quando m’ebe priso
d’amor tutor mi s’infinge,
20pare di me non ha cura

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Cogli Sguardi m’iia conquiso,
parlando ond’io mi doglio,
lasso! quando m’ebe priso;
or mi va menando orgoglio.
25Adunque partir mi voglio
d’Amore e di suo servire
e de li falsi riguardi,
e fare ciò ch’io non soglio
mantenire
30per quella, che tuto m’ardi.
Ben me ne voria partire
s’unque lo potesse fare;
m’adoblaran li martire,
non ne poria in ciò campare.
35Adunqua mi conven stare
a la sua dolze speranza
e non essere argoglioso,
ma tutor merzé chiamare:
forse ne vera pietanza
40quella, c’ha’l viso amoroso.
Canzonetta dolze e fina,
va’, saluta la più gente;
vann’a quella, ch’è regina
di tuti gl’insegnamente.
45Da mia parte t’apresente,
e si le chiama merzide
che non degia più sofrire
ch’io patisca esti tormente:
ca rimembrando m’auzide
50e d’amor mi fa languire.