Quand'io credea, che in me gli ardori intensi
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Andrea Maidalchini
I
Quand’io credea, che in me gli ardori intensi
Fossero estinti, e ne gioiva il cuore,
Venne furtivo il pargoletto Amore,
E riaccese nel seno incendi immensi.
5E acciò saggia Ragion mai più non pensi
Ad ammorzare il ravvivato ardore,
L’empio in guardia vi pose il suo furore
In compagnìa de’ contumaci sensi:
E se Morte talor vuol darmi aita,
10Tosto porge il crudel breve ristoro,
Che dà vigore all’alma egra e smarrita.
Così scherza il fanciul col mio martoro,
Che sol per suo piacer mi serba in vita,
Sicch’io vivo morendo, e pur non moro.