Qualor de' tuoi begli occhi il bello io guardo
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Sotto l'ombra di quelle edre tenaci | Giugne fregio a la bocca e fiamme ai cori | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Antonio Bruni
II
GLI OCCHI AZZURRI
— Qualor de’ tuoi begli occhi il bello io guardo,
cui d’azzurro color fregiò natura,
s’è ceruleo l’arciero, aureo è ’l suo dardo,
che dá le piaghe al seno, al cor l’arsura.
Fra quello azzurro, il lascivir d’un guardo
rassembra il Sol ne l’onda azzurra e pura;
del pianto i mari ove sommerso io ardo,
quel ceruleo ondeggiar finge e figura. —
Cosí parlo al mio ben; quando i ridenti
lumi rivolge a me, spargendo ardore,
de la rosa la dea con questi accenti:
— Sotto due archi ove trïonfa il core,
del ceruleo onde scorno han gli ostri ardenti
fansi il manto le Grazie, il velo Amore. —