Qual maraviglia, o mio gentil Cortese
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Dura memoria, perché non ti spegni | Perché non è co' miei pensieri insieme | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime
c
[A Paolo Cortese.]
Qual maraviglia, o mio gentil Cortese,
se del tacito, bianco, errante vello,
freddo, ristretto, nuovo Mongibello
Amor nel tuo gelato petto accese?
Oppressa da veneno alcun difese
la vita con venen mortale e fello;
e cosí il ghiaccio della neve quello
cacciò, ch’era nel core e ’l foco apprese.
Questo foco talora in ogni vena
il sangue agghiaccia; altri ama, odia se stesso;
alcun senza cor vive e morte chiede.
Questa vita amorosa tutta è piena
di gentil maraviglie, e pruova spesso
l’amante in sé quel che in altrui non crede.