Qual'edera serpendo Amor mi prese
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Antonio Maria Salvini
VII
Qual’edera erpendo Amor mi prese
Colle robuste sue tenaci braccia,
E tanto intorno rigoglioso ascese,
Che tutto mi velò l’antica faccia.
5Vago in vista e fiorito egli mi rese,
E colle frondi sue avvien, ch’io piaccia;
Ma se poi l’occhio alcun più a dentro stese,
Scorge com’ei mi roda, e mi disfaccia.
Ei mi ricerca le midolle e l’ossa;
10E sue radici, fitte in mezzo al cuore,
Esercitan furtive ogni lor possa.
E già in più parti n’han cacciato fuore
Gli spirti e ’l sangue, ed ogni virtù scossa;
Tal ch’io non già, ma in me sol vive Amore.