Qual'alma in terra non avrà pensiero

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Qual’alma in terra non avrà pensiero Intestazione 21 gennaio 2024 75% Da definire

Là dove caro April più vago infiora Quattro destrier, quasi le piante alati
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni morali di Gabriello Chiabrera
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XVI

AL PRINCIPE D. CARLO MEDICI
CARDINALE

L’Immortalità del nome venire per la Virtù.

Qual’alma in terra non avrà pensiero,
     Che un tempo Codro, regnator d’Atene,
     Palagi ergesse? E che d’argento altiero
     Mense carcasse nelle regie cene?
5Ei ben seppe versar fra logge, e marmi
     Onda, di bella Najade tesoro,
     E, fiero giuoco, con latrati, ed armi
     Sgomentar belve, e le spelonche loro.
Ma preda dell’obblio giacquer negletti
     10Si fatti studj, e dentro nebbia oscura
     Non san vedere il Sol; scherzi e diletti
     Cetra di Febo celebrar non cura.
Nel fondo vil della Letea palude
     Fora sepolto nome ognor si chiaro,
     15Se con nobile prova alta virtude
     Alla fama immortal nol facea chiaro.
Ignoto ei corse de’ nemici il campo
     Pur della Patria alla difesa intento:
     Quinci con quella morte a lei die scampo,
     20Che a lui dare il nemico avea spavento.
Allora Euterpe il sollevò sull’ali
     Verso l’Olimpo, e glie n’aperse il varco,
     E l’aspra invidia abbandonò gli strali,
     Ed allentò l’iniqua corda all’arco.
25Così vero valor chiude le porte
     A’ mostri odiosi della valle inferna,
     E l’empia falce rintuzzando a morte,
     L’altrui memoria in sulle stelle eterna.

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Carlo, il gran Dio, se unqua le vele sciogli,
     30Per l’alto regga i tuoi sentieri; intanto
     Lietamente i Cantor teco raccogli,
     Se pur degno di te spiegano il canto.