Purchè scettro real sia la mercede

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Purchè scettro real sia la mercede Intestazione 21 gennaio 2024 75% Da definire

Che ostro celeste vi ricopra i crini Quando sull'empio Mondo il Ciel s'adira
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni morali di Gabriello Chiabrera
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XXXIII

AL SIG. GIAMBATTISTA CASTELLI

Giocondo essere lo stato degli uomini privati.

Purchè scettro real sia la mercede,
     Nulla di strazio a sè nullo Uom perdona;
     Quei tocca il ciel, se al popolo si crede,
     Cui splende sulle tempie aurea corona.
5Ciascun le pompe, e i regj manti ammira,
     Ciascuno all’ostro altier volge la vista;
     Ma poi sotto quell’ostro alcun non mira
     L’aspre punture, onde il Signor s’attrista.
Ah che per calle di miserie estreme
     10Infortunata passa alta ventura,
     E di ferro, e di tosco insidia teme,
     Mentre fortuna umil sen va sicura.
Che temi tu, che in solitaria parte
     Tempri con dotta man varj colori,
     15E col diletto della nobil’arte
     Sì te medesmo, e la Liguria onori?
Tratte da meraviglia a te veloci
     Corrono ognor le peregrine genti,
     E le liete accoglienze, e le lor voci
     20Sono il ferro, e ’l venen, di che paventi.
La cara e dolce famigliuola intanto
     Ora sorrisi, ora vagiti alterna,
     Cui la memoria del paterno vanto
     Sarà retaggio di ricchezza eterna.
25Requie sì cara e sì soave or come
     Qualunque Imperio non avrà secondo?
     Odi, Castel, certo n’inganna il nome:
     Servi, o Signor, siam peregrini al Mondo.