Programma per la gran linea di via ferrata negli stati pontifici
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PROGRAMMA
PER
LA GRAN LINEA DI VIA FERRATA
NEGLI STATI PONTIFICI
DIRETTA ALLA CONGIUNZIONE DEI DUE MARI
E DI BOLOGNA CON ROMA
BOLOGNA
SOCIETÀ TIPOGRAFICA BOLOGNESE
1850
PROGRAMMA
Da che l’Italia incominciò ad apprezzare i benèfici effetti delle Strade ferrate, il desiderio che si moltiplicassero nella sua zona centrale per l’importanza somma di riunire col mezzo loro i due mari, e per facilitare e accelerare le comunicazioni con Roma, fu subito universalmente sentito e divenne un Voto, non che Italiano, Europeo.
Era riserbata a Pio IX la gloria ed il merito di favorire il grandioso progetto e di soddisfare alla nazionale impazienza, ben a ragione considerando questo materiale miglioramento come accessorio principalissimo alle fondamentali riforme, delle quali erasi fatto benefico largitore; e la notificazione del 7 novembre 1846 (*) attesta in modo solenne queste munifiche e sapienti disposizioni.
Ma i tempi rapidamente mutarono; ed il bel sereno della pace e della concordia, fondamento a tante speranze, sparì tra gli sconvolgimenti politici e le tempeste di guerra; le risorse pubbliche, i mezzi privati, i calcoli dell’industria vennero meno, ed al mancare della fiducia e del credito ogni rilevante Impresa doveva cessare o sospendersi. Nessuno feconda (fu già benissimo detto) col sudore e coll’oro un suolo vacillante ed incerto, e l’industria muore dove non è sicura la proprietà.
Però non è appena ricomparsa la calma, e con essa la speme di uno stabile consolidamento dell’ordine, che il pensiero torna alle idee predilette, e comunque non possa la prosperità materiale essersi ancora ricomposta e fiorire, pure il momento non sembrò sfavorevole alla riassunzione del gran progetto di congiungere per la potenza del vapore il Mediterraneo all’Adriatico, rimovendo ogni ostacolo di natura, affinchè a Roma avesse facile accesso ogni Provincia Italiana, e l’Apennino non partisse più il bel Paese circondato dal Mare e dalle Alpi.
Certo non è senza fondamento il supporre che se vi è in Europa un’impresa di vie ferrate che possa richiamare la speculazione dei Capitalisti ed il concorso dei fondi occorrenti per la sua esecuzione, quella si è appunto della quale intendiamo occuparci; perchè, siccome già abbiamo accennato, Roma è, per così dire, la Capitale del Mondo, sia che si consideri come centro della Cristianità, sia che si pensi alla sua somma importanza in fatto di Civiltà, quale splendido ed immenso emporio delle Arti Belle e del sapere dei tempi antichi e moderni.
Inoltre l’essersi frattanto moltiplicate le vie ferrate negli Stati limitrofi al Pontificio, e l’incremento al quale accennano tuttora, sotto la prepotente influenza dei bisogni e dei desiderii del tempo; la molta vicinanza di quelle Toscane al nostro confine, che desse possono facilmente e con molto vantaggio reciproco dei due Paesi raggiungere; non che la necessità in cui sono le nostre amministrazioni Provinciali e Municipali di dar lavoro alle classi operaie, che, mancandone, sono talora dalla miseria tentate e spinte ad eccessi e spesso al delitto, sembrano considerazioni di molto peso in favore del gran progetto, al quale le condizioni attuali, lungi dal nuocere e contraddire, debbono anzi consigliare appoggio e favore. Tanto più che oramai tutto dimostra essere vana speranza il credere che possano le vie ferrate venire costrutte interamente da speculatori stranieri, ma dovere in vece, come necessità locali, esser l’opera degli Interessati diretti e delle premure Governative.
Di ciò persuasi i due primi sottoscritti al presente Programma, umiliavano preci al Governo Pontificio fino dal dì 14 febbraio caduto, affinchè permettesse loro d’occuparsi della formazione di una Società per la costruzione d’una Via ferrata detta della Gran congiunzione dei due Mari con Roma per centro; ed il terzo parimente soscritto, chiedeva sin dal 28 gennaio decorso d’adoperarsi a dar vita all’Impresa d’una Via ferrata che allacciasse Bologna ad Ancona, d’onde partir dovrebbe la linea della Gran congiunzione già ricordata, la quale, rasentato il confine toscano, si dirigerebbe a Roma, per quindi continuare fino alle coste pontificie sul Mediterraneo, con braccio per Velletri sino al confine Napoletano. Queste Concessioni furono implorate dai tre Promotori, con animo di potere in seguito adempiere a tutte le prescrizioni comandate nel Titolo III § 29 e seguenti del vigente Codice dì Commercio per la formazione delle Società anonime.
Ma piacque alla Superiore saviezza Governativa di riunire le due domande e di graziarle congiuntamente con una sola preliminar Concessione, dietro il relativo parere di S. E. il Ministro dei pubblici lavori, e con risoluzione veneratissima della Commissione Governativa di Stato del 5 marzo caduto (**) il gran progetto delle vie ferrate suddette ricevette il primo elemento di vita: di quella vita che da questa pubblicazione comincia a divenire efficace ed operativa, e che si farà produttrice di larghi frutti e di beneficii grandiosi, se incontrando prima nello Stato e quindi all’Estero le simpatie dei molti che possono effettivamente giovarle, e che ne sperano retribuzione d’utilità e sentono amore del pubblico bene, verrà sussidiata con mezzi proporzionati all’uopo, e fatta segno del concorso benevolo degli sforzi delle Popolazioni, che è principalmente diretta ad avvantaggiare.
Premesse queste generali avvertenze e considerazioni, i sottoscritti credono di dovere fin da ora particolarizzare ulteriormente il loro Programma, onde coloro a cui piacerà di rivolgervi la propria attenzione, vi trovino più chiaramente delineato il piano della Impresa, le risorse e le speranze sulle quali si fonda, il necessario concorso dei Capitali che deve allettare di per sè stessa la speculazione vagheggiata da tanti e da tanto tempo, finalmente le garanzie che intendono di offerire dello zelo e del disinteresse che pongono nel promuovere questa grande Opera, a vantaggio principalmente della lor Patria diletta.
La Concessione Governativa, accordando il permesso di creare per l’esecuzione del gran Progetto una o più Società, ha dato la opportunità di dividere l’intera accennata linea delle vie ferrate in tre Imprese distinte, cioè:
1.° Da Bologna ad Ancona;
2.° Da Ancona, a Roma;
3.° Da Roma al Mediterraneo, con braccio per Velletri e Ceprano al confine del Regno di Napoli.
Alla prima, di dette linee si assegna un capitale di cinque milioni e mezzo di Scudi Romani (pari a Lire Italiane o fr. 29,549,463) rappresentato da 55,000 azioni di Sc. 100 per ciascheduna. La sede principale di codesta Impresa, e quindi della Società relativa, sarà in Bologna ed avrà i suoi Comitati corrispondenti nei Capi-luoghi delle Legazioni e Delegazioni per le quali passa la linea.
Alla seconda linea da Ancona a Roma dovrà essere formato un Capitale di dieci milioni di Scudi romani (pari a lire Italiane 53,726,296) rappresentato da 100,000 azioni di Sc. 100 per ciascuna. La sede principale di questa Impresa, e quindi della Società relativa, sarà in Roma ed avrà i suoi Comitati corrispondenti, in Orvieto, in Perugia ed Ancona.
Quanto alla terza linea da Roma al Mediterraneo, con braccio per Ceprano, della quale è già in costruzione il primo tratto da Roma a Frascati, sono aperte le trattative occorrenti colla Società Pio-latina già stabilita in Roma stessa, per eseguire di comune intelligenza questa parte importante dell’Intrapresa, come sarà a suo tempo indicato con apposito manifesto.
Dei sottoscritti nel presente Programma, i due primi si dedicano più specialmente alla formazione delle due Società, che si propongono la costruzione delle due linee che formano la gran congiunzione dei due Mari con Roma per centro; ed il terzo si occupa principalmente di quella che deve traversare le Legazioni da Bologna ad Ancona. Ciò non ostante le tre Imprese ed i tre Promotori delle medesime, scambievolmente si daranno cura per la buona, riuscita di ciascheduna, i Comitati corrispondenti accoglieranno e promoveranno reciprocamente soscrizioni per le tre Imprese, e segnatamente il Comitato di Ancona, punto d’onde si distaccano le due linee per Bologna e per Roma, avrà cura speciale anche degl’interessi della prima, di piena intelligenza in ciò col Comitato di Pesaro.
Le condizioni da stipularsi a suo tempo col Governo Pontificio nell’interesse dalle tre Società indistintamente, avranno per norma il Capitolato e lo Statuto della vigente Società Pio-latina, i quali documenti si troveranno ostensibili in copia presso gli Uffici delle tre Società, che s’intende adesso a formare, e presso tutti i loro Comitati corrispondenti. Però si previene fin da ora che la durata della Concessione dovrà estendersi a novantanove anni dall’apertura di ciascuna linea ferrata; che dovrà competere all'Intrapresa, per causa di pubblica utilità, il diritto di espropriazione forzata, l’esenzione da ogni dazio d’introduzione per gli oggetti relativi all’impresa e provenienti dall’Estero, l’esenzione dal bollo e dal dazio proporzionale di Registro per gli atti che l’uno o l’altro esigessero; e finalmente che il tempo concesso all’ultimazione dei lavori relativi all’Impresa non sia maggiore d’anni dieci.
Un’altra pubblicazione farà conoscere le attribuzioni dei vari Comitati, appena sieno formati, ed i loro regolamenti, non che tutto quanto potrà più specialmente interessare i futuri Azionisti. Questi non saranno tenuti a pagare cosa alcuna fino a tanto che non sia conseguita e pubblicata la definitiva Concessione Sovrana di quella linea o linee per cui avranno sottoscritto.
Le azioni saranno pagate a suo tempo in rate semestrali di Scudi dieci per ogni Azione soscritta. Però fin da ora ne giova avvertire:
1.° Che il dichiarato progetto s’appoggia ad un contratto d'esecuzione dell’Impresa dal lato materiale, già stipulato col Marchese Cavaliere Commendatore Professore Cosimo Ridolfi, siccome Presidente della Società. Generale d’Imprese Industriali negli Stati d'Italia, e particolarmente per conto della sua Azienda Accollataria di Vie ferrate, ben conosciuta per i lavori che sta eseguendo per la Società Pio-latina. Questo contratto assicura con ogni certezza l'esecuzione delle Vie ferrate già progettate coi Capitali di sopra indicati come dote delle tre Società, ed accerta inoltre l'esito di quattro decimi delle dette Azioni da emettersi, senza pregiudizio però delle richieste che ne fossero fatte dagli Speculatori, le quali dovranno essere sempre preferite alle relative offerte della Società Industriale suddetta.
2.° Che vi è fondata speranza di vedere un buon numero di Comunità e Congregazioni religiose dello Stato impiegare i loro fondi in questa Intrapresa, anche collo scopo di somministrare lavoro ai bisognosi, offerendone facile opportunità i movimenti di terra occorrenti per la costruzione del piano stradale da eseguirsi a cottimo ed a misura. Ed a conseguire questo lodevole scopo (siccome non dubitasi che interverranno le Governative esortazioni ai Corpi Morali di sopra ricordati, lo che ne assicurerebbe effettivamente l’esteso concorso) son di già presi i concerti opportuni colla ricordata Azienda Accollataria, la quale si è dichiarata pronta a condizioni evidentemente utili per le Comuni ad accettare i braccianti, ai quali piacesse loro di procurare occupazione. E se, per esempio, le Provincie s’interessassero solamente per quindici Azioni in ragione di ogni Chilometro di Via ferrata che le traversa, e se le Comuni somministrassero un bracciante per ogni centocinquanta dei respettivi abitanti, non rimarrebbe più a raccogliere per via di private sottoscrizioni che circa la terza parte dei Capitali occorrenti, i quali potrebbero, per una gran porzione almeno, facilmente trovarsi fra gli esteri Speculatori.
3.° Che finalmente i Promotori della Grande Impresa attuale assumono in proprio le spese tutte relative all’organizzazione delle Società ed alla esecuzione degli occorrenti studi tecnici preliminari e di dettaglio, senza esigere dagli Azionisti alcun versamento speciale per questi titoli; dichiarando che solamente, e nel caso che intervenga la Concessione definitiva, quando cioè rimanga assicurato il compimento di una parte o della totalità dell’Impresa, a cui la preliminare Concessione attuale si riferisce, verrà presa sui fondi sociali la somma di soli Scudi cento romani per ogni Chilometro di Via ferrata, nella quale somma dovranno i Promotori trovare il rimborso delle anticipazioni occorse pei fatti studii; e l’uno ed un terzo per cento come indennità per le spese sostenute nell’organizzazione sociale e nei premii da accordarsi ai raccoglitori delle sottoscrizioni.
Intanto è dolce adesso sperare che il Sommo Pontefice vorrà proteggere quell’opera che incoraggiava a sorgere, a gran vantaggio dei proprii Stati, a decoro del suo Regno, ad incremento della floridezza e della Civiltà Nazionale.
Roma il 23 Aprile 1850.
I Promotori Clemente Principe Altieri. |
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DOCUMENTI CITATI
(*)
NOTIFICAZIONE
PASQUALE del Titolo di Santa Prudenziana della Santa Romana Chiesa
Prete CARDINALE GIZZI della Santità di Nostro Signore
PAPA PIO IX Segretario di Stato ecc.
Poichè le riforme giudiziarie e i miglioramenti economici son cose di lunga e matura considerazione, volendo pure il SANTO PADRE che qualche frutto delle Sue sollecitudini si mostri nel giorno medesimo che rinnova in tutti i Suoi amatissimi sudditi con solenni e auguste cerimonie la letizia della Sua esaltazione al Supremo Pontificato, la Commissione deputata a preparare le norme fondamentali per la concessione delle strade ferrate, si è con lodevole premura affrettata di condurre a termine i suoi lavori.
Veduta pertanto la relazione della Commissione medesima, la SANTITÀ SUA Ci ha ordinato di pubblicare le seguenti disposizioni:
ARTICOLO I.
Le linee che il Governo Pontificio considera come di principale importanza, e delle quali autorizza perciò l’esecuzione, sono:
1.° Quella che da Roma per Valle del Sacco mette al Confine Napolitano presso Ceprano;
2.° Quella che congiunge a Roma il Porto d’Anzio;
3.° Quella da Roma a Civitavecchia;
4.° Quella che da Roma, correndo i luoghi più popolosi dell’Umbria, com’è principalmente Foligno e la Valle del fiume Potenza, mette in Ancona; e quindi da Ancona a Bologna, seguendo le tracce della via Flaminia-Emilia.
ARTICOLO II.
La costruzione di queste nuove strade si commetterà alla privata industria di Compagnie rappresentate da sudditi Pontificii, le quali per essere approvate dovranno insieme con la domanda presentare:
1.° La descrizione della linea o delle linee che vorranno condurre;
2.° Le informazioni artistiche ed economiche, che i richiedenti possono dare intorno alle linee medesime;
3.° La determinazione del tempo dentro il quale si obbligheranno di compire gli studi, e poi il lavoro se quelli siano approvati: e del tempo altresì pel quale domandino di godere la concessione dopo il termine dei lavori;
4.° La cauzione che vuol darsi prima di cominciare gli studi, a favore specialmente dei proprietarii le cui terre fossero occupate o patissero qualche danno; e la cauzione con cui prima di metter mano ai lavori si vuol dare al Governo la giusta sicurezza che siano per essere condotti a termine;
6.° L’esposizione dei mezzi con cui intendono di condurre l’impresa, considerato principalmente l’interesse dei sudditi Pontificii, sia in quanto ai capitali sia in quanto all’opera.
ARTICOLO III.
A presentare i progetti con le sovraccennate condizioni, si concede un termine di tre mesi dalla data della presente Notificazione, il quale potrà essere prorogato a richiesta delle Compagnie, se occorra qualche giusto motivo.
ARTICOLO IV.
Assicurata la costruzione delle linee descritte di sopra nell’Art.° 1.°, il Governo si riserba di prendere nella dovuta considerazione la linea che da Foligno mette verso Perugia e Città di Castello per la Valle del Tevere, e anche altre linee di comunicazione con gli Stati vicini, allorchè ne sia riconosciuta a necessità o la evidente utilità per lo Stato Pontificio.
ARTICOLO V.
Sarà conferita in Premio, una medaglia d’oro del valore di Scudi mille, a giudizio del Consiglio d’Arte (i cui Membri rimangono perciò esclusi dal concorso) a chi avrà indicato il passaggio più facile e meno costoso fra l’Umbria e le Marche.
Dalla Segreteria di Stato 7 novembre 1846.
P. CARD. GIZZI.
(**)
S. E. il Signor Ministro dei Lavori Pubblici rende di Pubblica ragione
il seguente Decreto della Commissione Governativa di Stato.
Dall'udienza del 5 marzo 1850.
Sulla istanza avanzata dei Signori Principe Altieri, Principe Conti ed Angelo Ferlini, promotori di una grande società di strade ferrate nei Dominii Pontificii, gli Eminentissimi Signori Cardinali componenti la Commissione Governativa di Stato, udita la relazione fatta dal sottoscritto Ministro dei Lavori Pubblici, si degnarono di autorizzarlo a dichiarare quanto appresso.
1.° Coerentemente alla Notificazione del 7 novembre 1846, potranno i postulanti formare una, o più d’una Società anonima preparatoria, la quale predisponga tuttociò che prescrisse la Notificazione predetta per servire di base alle concessioni delle strade ferrate.
2.° Le linee da proporsi saranno quelle, e non altre, che furono autorizzate dall’Articolo 1.° della detta Notificazione, salva la concessione già data alla Società Pio-Latina, e ritenuta per linea della principale importanza quella, che, congiungendo i due mari fra i porti di Ancona e d’Anzio, con diramazione a Civitavecchia, avrebbe per centro la Capitale.
3.° La Società dovrà compiere il suo lavoro, e presentarlo al Governo non più tardi della fine del prossimo settembre, all’effetto di trattare la concessione definitiva. Qualora poi si lasciasse trascorrere infruttuosamente detto termine, s’intenderà risoluta la facoltà loro competente, a forma dell’Articolo 1.° della citata Notificazione.
4.° Lo stesso avverrà se in questo intervallo di tempo si presentassero altri offerenti con condizioni e garanzie compiute, le quali dalla Società dei Signori Principe Altieri, Principe Conti ed Angelo Ferlini non fossero accettate, su di che si riserva il Governo emanare la sua decisione.
Il Ministro — C. Jacobini