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che la necessità in cui sono le nostre amministrazioni Provinciali e Municipali di dar lavoro alle classi operaie, che, mancandone, sono talora dalla miseria tentate e spinte ad eccessi e spesso al delitto, sembrano considerazioni di molto peso in favore del gran progetto, al quale le condizioni attuali, lungi dal nuocere e contraddire, debbono anzi consigliare appoggio e favore. Tanto più che oramai tutto dimostra essere vana speranza il credere che possano le vie ferrate venire costrutte interamente da speculatori stranieri, ma dovere in vece, come necessità locali, esser l’opera degli Interessati diretti e delle premure Governative.

Di ciò persuasi i due primi sottoscritti al presente Programma, umiliavano preci al Governo Pontificio fino dal dì 14 febbraio caduto, affinchè permettesse loro d’occuparsi della formazione di una Società per la costruzione d’una Via ferrata detta della Gran congiunzione dei due Mari con Roma per centro; ed il terzo parimente soscritto, chiedeva sin dal 28 gennaio decorso d’adoperarsi a dar vita all’Impresa d’una Via ferrata che allacciasse Bologna ad Ancona, d’onde partir dovrebbe la linea della Gran congiunzione già ricordata, la quale, rasentato il confine toscano, si dirigerebbe a Roma, per quindi continuare fino alle coste pontificie sul Mediterraneo, con braccio per Velletri sino al confine Napoletano. Queste Concessioni furono implorate dai tre Promotori, con animo di potere in seguito adempiere a tutte le prescrizioni comandate nel Titolo III § 29 e seguenti del vigente Codice dì Commercio per la formazione delle Società anonime.

Ma piacque alla Superiore saviezza Governativa di riunire le due domande e di graziarle congiuntamente con una sola preliminar Concessione, dietro il relativo parere di S. E. il Ministro dei pubblici lavori, e con risoluzione veneratissima della Commissione Governativa di Stato del 5 marzo caduto (**) il gran progetto delle vie ferrate suddette ricevette