<dc:title> Primo vere </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Gabriele D'Annunzio</dc:creator><dc:date>1880</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Primo_vere/Idillii_selvaggi/Vogata&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20160520193200</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Primo_vere/Idillii_selvaggi/Vogata&oldid=-20160520193200
Deh, com’è bello il fiume tra i caldi scarlatti e le nubi
evanenti pe ’l vespero!
Ne la veste turchina che prodiga assente a le forme,
come sei bella, o Nemesi!
5Va la piccola barca ne l’acque veloci che vezzi
d’oro e rubini paiono
travolvere; da riva giù in fondo si specchiano i pioppi,
come verdi fantasime,
tremulanti a la vasta canzone che dentro ci canta 10il vento. O bianca Nemesi,
canta anche tu l’estrema canzone a l’occaso di luglio
fiammeo! Canta, o bellissima
rematrice, a la rosea figlia di Giuno il peàna,
e le note via striscino 15come colùbri a l’aure, vibrino, balzino, folli
come trilli di passere,
a l’aure: i muti pesci da l’ime dimore verranno
a udire. Va la piccola
barca più lenta; i pioppi dileguano glauchi accennando 20e dileguano gli ultimi
fumi caldi ne ’l cielo con tenui risi d’opàle,
con occhiatine languide
di perla, con sbadigli di talco per l’alto. Due bruni
uccelli su da un mucchio
25di canne ratti a volo si levan frullando. La barca
in acque verdi naviga;
e mi naviga l’anima in plaghe lucenti; sereno
mi scorre il pitïambico
flessuoso. Lasciamo che il fiume su ’l dorso ci culli, 30bianca ondina, e tu lascia
ch’io su ’l petto ti culli, su ’l petto fremente piacere!
In questa solitudine
ampia d’alberi e d’acque non siamo noi i giovini genii
felici de’ selvatici 35amori? noi che risa, che baci, che canti, che sogni
mesciamo ne ’l crepuscolo?