<dc:title> Primo vere </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Gabriele D'Annunzio</dc:creator><dc:date>1880</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Primo_vere/Idillii_selvaggi/Bacchanalia&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20160520193555</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Primo_vere/Idillii_selvaggi/Bacchanalia&oldid=-20160520193555
Passa in trionfo, o splendido figlio di Semele, o nume
Lieo, dator di gioia,
ritto su ’l cocchio! Ondeggino a’ vènti fremendo le chiome
tra i pampini a te; s’agiti
5alto il tirso ne ’l pugno divino de l’indiche genti
domitore; e la nebride
penda fluttuando, e rosee ridan le carni ne ’l bacio
raggiante onde ricingele
il Sole. Passa, o Bromio, in trionfo, noi chini avvolgendo 10in un’onda di ambrosie,
noi che qui, sotto il colle!… t’alzammo un altare. Vi trema
a ’l piede un rio di limpide
acque; vi cantan le api su ’l vespro una lene canzone;
e verdi vi s’arrampican 15l’edere con secreti pispigli; e tre viti sorelle
intrecciate v’occhieggiano
da’ racemi. Ampio intanto l’autunno co’ i caldi colori
d’intorno esulta, e sonano
le vendemmie rubenti; a me tra man si torcon le strofe 20selvagge, come Tiadi;
io su le rosse bocche e su’ turgidi seni le bacio:
elle poi ratte sfuggonmi
con un riso protervo di sfida, e dileguan ne’ campi
ridendo. — O bianca Nemesi,
25bellissima tra l’Evie, a cui sbendasi Amore ne li occhi
e le Sirene cantano
su ’l labro, m’odi: fuggonci l’ore veloci su ’l capo
schernendo; e già, fantasima
grigio, brumaio ghigna da ’l norte un maligno sorriso 30di gelo: mesci, splendida
pincerna, ne’ cristalli il Falerno, l’amor dei poeti,
e ridi, e bevi e versami
fra le labbra il vermiglio licore ne’ baci… Oh i bei baci
vermigli! Oh le vermiglie 35labbra umide ne’ baci! Oh il gaio vermiglio trionfo
de’ fiori e de le foglie!…
Bevi, bianca Bassaride, e baciami, e ridi! Non siamo
dii noi che la festa ultima
celebrïamo, o Nemesi, a’ nostri selvatici amori? 40O viti, la festa ultima!…