Primi poemetti/Il transito
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Il cigno canta. In mezzo delle lame
rombano le sue voci lunghe e chiare,
3come percossi cembali di rame.
È l’infinita tenebra polare.
Grandi montagne d’un eterno gelo
6póntano sopra il lastrico del mare.
Il cigno canta; e lentamente il cielo
sfuma nel buio, e si colora in giallo;
9spunta una luce verde a stelo a stelo.
Come arpe qua e là tocche, il metallo
di quella voce tìntina; già sfiora
12la verde luce i picchi di cristallo.
E nella notte, che ne trascolora,
un immenso iridato arco sfavilla,
15e i portici profondi apre l’aurora.
L’arco verde e vermiglio arde, zampilla,
a frecce, a fasci; e poi palpita, frana
18tacitamente, e riascende e brilla.
Col suono d’un rintocco di campana
che squilli ultimo, il cigno agita l’ale:
21l’ale grandi grandi apre, e s’allontana,
candido, nella luce boreale.