Primi poemetti/I due fanciulli
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I DUE FANCIULLI
Era il tramonto: ai garruli trastulli
erano intenti, nella pace d’oro
3dell’ombroso viale, i due fanciulli.
Nel gioco, serio al pari d’un lavoro,
corsero a un tratto, con stupor de’ tigli,
6tra lor parole grandi più di loro.
A sè videro nuovi occhi, cipigli
non più veduti, e l’uno e l’altro, esangue,
9ne’ tenui diti si trovò gli artigli,
e in cuore un’acre bramosia di sangue;
e lo videro fuori, essi, i fratelli,
12l’uno dell’altro per il volto, il sangue!
Ma tu, pallida (oh! i tuoi cari capelli
strappati e pésti!), o madre pia, venivi
15su loro, e li staccavi, i lioncelli,
ed “A letto„ intimasti “ora, cattivi!„
A letto, il buio li fasciò, gremito
d’ombre più dense; vaghe ombre, che pare
19che d’ogni angolo al labbro alzino il dito.
Via via fece più grosse onde e più rare
il lor singhiozzo, per non so che nero
22che nel silenzio si sentia passare.
L’uno si volse, e l’altro ancor, leggiero:
nel buio udì l’un cuore, non lontano
25il calpestìo dell’altro passeggero.
Dopo breve ora, tacita, pian piano,
venne la madre, ed esplorò col lume
28velato un poco dalla rosea mano.
Guardò sospesa; e buoni oltre il costume
dormir li vide, l’uno all’altro stretto
31con le sue bianche aluccie senza piume;
e rincalzò, con un sorriso, il letto.
Uomini, nella truce ora dei lupi,
pensate all’ombra del destino ignoto
35che ne circonda, e a’ silenzi cupi
che regnano oltre il breve suon del moto
vostro e il fragore della vostra guerra,
38ronzio d’un’ape dentro il bugno vuoto.
Uomini, pace! Nella prona terra
troppo è il mistero; e solo chi procaccia
41d’aver fratelli in suo timor, non erra.
Pace, fratelli! e fate che le braccia
ch’ora o poi tenderete ai più vicini,
44non sappiano la lotta e la minaccia.
E buoni veda voi dormir nei lini
placidi e bianchi, quando non intesa,
47quando non vista sopra voi si chini
la Morte con la sua lampada accesa.