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Povero me, non so com’io sia vivo,
     E come non sien tutte gelatine
     Queste mie carni, tante son le brine,
     4Che la notte mi caggiono sul pivo.
Fammi poi la rugiada addosso un rivo
     D’acqua corrente in tutte le mattine,
     Che più per queste membra mie meschine
     8Se al doppio le tormenta il tempo estivo?
I Principi fottuti (ahi sommo Dio)
     Veggono il danno e ’l mal senza ristoro,
     11Nè gli cal punto del disagio mio.
E pur di terzio pelo, e cuopron d’oro
     Il lor cazzo Aretino, come ch’io
     14Non fussi cazzo dalle chiappe loro.