XVIII

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XVII XIX
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XVIII.


Entra su, donna, tu che stai pensosa
     Poichè sì presso l’uscio se’ venuta:
     Entra, e non farmi innanzi la cigliuta,
     4Che delle gravitá n’ho piene l’uosa.
Cotesta tua finzione è dispettosa,
     E appunto dentro al culo mi starnuta:
     Non s’ha da far duello, nè disputa,
     8Ma tosto o dentro o fuora, a quella cosa.
Credi col tuo contegno che sai fare,
     Perchè rizzato, e ’n furia mi vedi,
     11Che ovunque vai ti debba seguitare?
Gli è error ben grosso, sè ciò pensi o credi,
     Che se la potta mi vuoi mai prestare,
     14T’è forza, figlia, di prestarmi i piedi.