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LXXXIV.


Poeti, orsù Poeti, a voi dich’io,
     A questo poco lauro ch’è rimasto
     Vegniate, e laureatevi l’imbasto,
     4E so che non avete altro disío.
Certo per compiacere a quel gran Dio
     Ch’è di voi Sire sacro, e padre casto,
     Vo’ che ve ne saziate a tutto pasto
     8Nè ce ne resti fronde all’orto mio.
Voglio cotesta scusa farvi vana,
     E torvi tante vostre occasioni
     11Di non venire a farmi la pavana 1.
Perchè voi siete così buon mastroni 2
     Che nel fare il bersaglio alla quintana
     14Noi altri cazzi stiamo da cojoni.

Note

  1. Paura.
  2. Legno, ovvero uomo di legno, ove vanno a ferire i giostratori che tirano al bersaglio.