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LXXI.


Di ruta e di savina, e d’erbe amare
     Di ragion mille, piena era ogni strada
     Dell’orto mio, ed oggi è quasi rada
     4Quella foglia fottuta che ne pare.
Sò, che non han potuto rovinare
     Per pioggia nè per grandine che cada.
     Sò, che non l’ha seccate la rugiada,
     8Che questa scusa non si può passare.
Sò, che non han potuto venir meno
     Per essere mangiate, perocch’elle
     11Sono molto più amare che ’l veleno.
Dio voglia, che le Suore non sian quelle
     Che per sconciar il ventre quando è pieno,
     14Non ne facciano gli orti nelle celle.