LXII

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LXI LXIII
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LXII.


Tu mi minacci pur, Pietro Aretino,
     Ne sò con che, perchè n’ho poca cura:
     Se con le chiappe mi vuoi far paura,
     4Dillo in volgare, ch’io non so latino.
Il tuo cul so ben io ch’è un paladino
     E che rompe ogni lancia ben sicura:
     Sò che è sì fatto che non ha misura,
     8E cosa da stancar Atene e Arpino.
Se con la bocca, perchè sai cianciare
     Pensi col fatto mio di farti onore,
     11Tu t’affatichi invano a minacciare.
Che se di bocche debbo aver timore
     Da quelle potte mi saprò guardare,
     14Ch’hanno la bocca dell’Imperadore.