CLXXXIII

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CLXXXII CLXXXIV
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CLXXXIII.


Io mi credea, che nullo s’accostasse
     All’orto mio per non vedermi in hasta,
     E si trovasse qualche donna casta,
     4Che per vergogna mai non m’adocchiasse.
Ma se la vita tutta mi crepasse,
     Per vedermi sbragato ognuna tasta,
     E pigliasi un boccone della pasta,
     8Così niuna mai ce ne passasse.
Perche ne son venuto in tanto duolo,
     Che per le fotterie mai più non spero
     11Di guarir questo cazzo mariuolo.
Di sorte che m’aveggio essere vero,
     Che sempre ha più faccende un cazzo solo,
     14Che tutta la gran fabrica di san Píero.