CLXXX

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CLXXX.


Credono molti, ch’io mi dia a mangiare
     Quanti tartufi mena l’orto mio,
     E che di quì si generi il disio,
     4Ch’io mai non farei altro che ficcare.
Anzi di questo ne vorrian giurare,
     Ma tanto in vita lor gli ajuti Dio,
     Tant’abbiano lo spirito, quant’io
     8Sì fatti pasti volli mai provare.
L’ostreghe, che altri tutto giorno annasa
     Per aguzzar la punta del coltello,
     11In quanto a me mi pajono una rasa.
Che giunger non ponno acqua al molinello,
     E si suol dir, che trista quella casa,
     14La quale abbia bisogno di puntello.