CLXIX

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CLXIX.


Ho tanto (ahi lasso) la mia mente avvezza,
     Pensando a quella cosa ch’io so fare,
     Che ad or ad or pur essere mi pare
     4Pien di quella ineffabile dolcezza.
Perchè ne sento simil’allegrezza.
     Che mi facci tu tutto gongolare,
     Se non quando intraviemmi nel menare
     8Quel vago impallidir per una pezza.
E quando par che l’anima si muora,
     E viensi a quell’estrema gagliardía,
     11Che ’l meglio meglio fa che n’esca fuora.
Oh! che beatitudine saría,
     S’ella durasse almanco un quarto d’ora.
     14Ma che? vien tardo, e subito va via.