Postuma (1905)/XX
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XX.
Quando tu sarai vecchia e leggerai
Questi poveri versi accanto al fuoco,
Rivedrai colla mente a poco a poco
I giorni in che t’amai.
E ti cadrà sul petto il viso smorto
Per la memoria del tuo tempo lieto:
A me ripenserai nel tuo segreto,
A me che sarò morto.
E ti parrà d’udir la voce mia
Nel vento che di fuor suscita il verno,
E ti parrà d’udir come uno scherno,
Una bieca ironia.
E la voce dirà: — «Te ne rammenti.
Te ne rammenti più? Com’eran belli
I tuoi capelli d’oro, i tuoi capelli
Sul bianco sen fluenti!
Oh, come il tempo t’ha mutata! Oh, come
T’ha impresso in viso i suoi deformi segni,
Dove son dunque i tuoi superbi sdegni!
E le tue bionde chiome?
Sola al tuo focolar siedi, piangendo
La giovenil tua morta leggiadria;
Io piango solo nella tomba mia;
Vieni dunque: t’attendo!
Vieni e se in vita mi fallì la speme
Di viver teco i giorni miei sereni,
Ci sposeremo nella tomba. Vieni:
Vi marciremo insieme».