Poesie varie (Maffei)/VIII. Per le nozze del duca di Parma Antonio I con la principessa Enrichetta d'Este

VIII. Per le nozze del duca di Parma Antonio I con la principessa Enrichetta d'Este

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VIII. Per le nozze del duca di Parma Antonio I con la principessa Enrichetta d'Este
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VIII

Per le nozze del duca di Parma Antonio I

con la principessa Enrichetta d’Este.

     Sovra nube fiammeggiante,
scintillante
per gemmata ed aurea veste,
scendi omai, scendi, Imeneo
semideo,
con la madre tua celeste.
     Pria però la tua facella
di sua stella
prenda i raggi e il foco prenda,
poiché a quel possente ardore
non è cuore
freddo si che non s’accenda.
     Qui vedrai real donzella,
saggia, bella
e di sé ricca e felice,
scompagnata starsi e sola,
qual sen vola
per l’Arabia la fenice.
     Ma se il duce tu le additi,
onde i liti
van superbi or de la Parma,
tu vedrai tanta bellezza
d’alterezza
come tosto si disarma.
     Germe alter di tanti eroi,
gli avi suoi
che nel Lazio ebbero regno,
di seguire ei fa sembianza;
ma gli avanza
per gran cor, per alto ingegno.

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     Due cittá che nulla ammirano,
perché mirano
quanto al mondo piú si noma,
per lui sol gran maraviglia
su le ciglia
ebber giá: Parigi e Roma.
     Quali tracce alte d’onore,
quanto amore
lasciò quivi in ogni petto?
regna in esse ancor sua gloria,
e l’istoria
n’avrá un di degno soggetto.
     Se i monarchi al mondo primi
con sublimi
nodi seco avvinti stanno,
di cotanto eccelso fregio
mutuo è il pregio;
onor prendono e onor danno.
     Nulla dunque ti spaventi,
né rallenti
l’ardir tuo; ma in aurea veste
qua fra noi scendi, Imeneo,
semideo,
con la madre tua celeste.
     Giá tu vieni e al primo aspetto
ogni petto
di novello ardor s’infiamma;
ardon l’onde, arde ogni riva,
dove arriva
lo splendor de la tua fiamma.
     Giá colei che fu sì fiera
ed altera
pensier dolci in sen non volle;
forza ignota in sé giá sente,
ed ardente
ha giá il core, non che molle.

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     Vedi tu come rimira
ed ammira
il sereno augusto ciglio?
poi, lo sguardo in sé raccolto,
china il volto
e si tinge di vermiglio?
     Ora è il tempo, o gran Farnese,
or s’accese
a l’Italia nuova speme:
giá s’allegra, si rincora,
s’avvalora
e servaggio pivi non teme.
     S’egli avvien che orgogliosetto
quell’aspetto
in bell’ira folgoreggi
— dolce orgoglio, amabil ire —
cresca ardire
e piú franco Amor guerreggi.
     Al gran padre somigliante
vago infante
aprirá l’occhio ridente,
e andrá un giorno, andrá fastoso,
glorioso
da l’occaso a l’oriente.
     Veggo Amor, veggo Natura
con gran cura
tesser giá mirabil velo,
poi mostrarlo a l’alma altera
che leggera
preme giá le vie del cielo.
     Ogni affanno Italia spoglia,
lungi doglia,
lungi turbini e tempeste:
giá fra noi scese Imeneo
semideo
con la madre sua celeste.