Poesie varie (Maffei)/Canzonette a tavola/XXIV. Su che a bere io vi disfido

XXIV. Su che a bere io vi disfido

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Canzonette a tavola

XXIV

Questa fu composta in Germania ne l’armata bavarese,
però fa menzione de’ vini oltramontani.

     Su che a bere io vi disfido,
a la prova, ch’io mi rido
di chi franco al vin non è.
Queste tazze siano l’armi,
s’empian tosto e ognuno s’armi,
che pugnare or or si dé’.
     Il guerriero in tal conflitto,
ben lontan d’esser trafitto,
nuovo spirto acquisterá.
Nessun qui caderá esangue,
ché tal pugna l’uman sangue
non lo sporge, ma lo fa.
     Ecco l’ordin di battaglia:
Necar scorra e primo assaglia,
star Sciampagna in mezzo può.
La sinistra abbia Borgogna
e di lá Tiriol si pogna,
di riserva Spagna io vo’.
     Del re bavaro nel nome
che ha d’allòr carche le chiome,

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ecco in zuffa omai si va.
Ch’egli viva e viva quanto
di sue imprese il grido e ’l vanto
su la terra viverà.
     Con sí lieti auspici ed alti
io rinnovo ancor gli assalti,
poich’avanza ancor del dí.
Tanti vetri asciugar voglio,
quante volte ostile orgoglio
fulminando egl’inseguí.
     Giá l’esercito è distrutto,
vuoto è ’l campo e pien di lutto,
né v’appar nimico piú.
Ed io sento un duol nascosto
d’aver vinto cosí tosto,
sí ’l pugnar dolce mi fu.
     Ma ferito al certo io sono,
io giá cado, io m’abbandono
e vigor giá piú non ho.
L’occhio è grave e giá si serra,
ciò s’acquista a gir in guerra;
ecco amici, a morte io vo.