Poesie scelte (Pontano)/Venere e le rose

Venere e le rose

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Giovanni Pontano - Poesie scelte (1874)
Traduzione dal latino di Pietro Ardito (1874)
Venere e le rose
Su i labbruzzi di Fannia Venere ed Amore
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Venere e le rose.


Dalle notturne brine
Mentre scote i capelli e si ravvia
Venere il vago crine,
Sciolgon le Grazie il più söave canto.4
I Satiri all’incanto
Traggon del suono e tragge all’armonia
Di Ninfe un coro, e attenti
Tra siepi ascosi odono i grati accenti.8

Quando un procace fuora
Osa venire e veder lei che il viso
Con arte si colora.
Pudibonda arrossisce, e nelle gene12
Di porpora diviene,
Di porpora nel volto; indi improvviso
Tra le rose si asconde,
E fuggendo un color croceo diffonde.16

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Mentre nel suo splendore
La porpora rifulge e il croco spira,
La terra con ardore
Gli afflati della Dea nel seno accoglie.20
Quindi sul fior le foglie
Rubiconde si fanno, e qual si mira
Fiorir candida rosa,
Porporina diventa e più vezzosa.24

Orsù, vaghe donzelle,
Queste rose scegliete, e il crin fregiate
Di queste rose belle.
Rose nei templi, e rose in primavera28
Alla Dea di Citera,
Rose in estate a piene man recate,
E tra leggiadri vezzi,
Redimita di rose ognuna olezzi1.32

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De Venere et rosis.


Pectebat Cytherea comas, madidumque capillum
Siccabat, Charites carmina lecta canunt.

Ad cantum Satyri properant, ad carmina Nymphae,
Carmina de tacitis sepibus hausta bibunt.

Hinc aliquis petulans ausus prodire Dionem
Intuitur, docta dum linit ora manu.

Erubuit pudibunda, ruborque per ora cucurrit,
Occupat et teneras purpura grata genas.

Mox interque rosas, interque roseta refugit:
Delitet, et molles spirat ab ore crocos.



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Dum spirat, funditque crocos, dum purpura fulget,
Concipit afllatus daedala terra deae.

Hinc et purpureum flores traxere colorem,
Quaeque prius candor, purpura facta rosa est.

Has legite, his tenerae crines ornate puellae,
Pestano niteat lucida rore coma.

Vere rosas, aestate rosas diffundite divae:
Spirent templa rosas, ipsae et olete rosas.








Note

  1. Dal libro Eridani.