Poesie (Parini)/IX. Canzonette/VI. Per nozze

VI. Per nozze

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VI

PER NOZZE

1.
     Se di nozze a cantar prendo,
proprio a nozze esser mi pare.
De le nozze io non comprendo
che vi sia piú dolce affare,
5né soggetto che ne dia
piú gran gusto in poesia.
     Via di qua, gente severa,
coll’irsuto sopracciglio;
sopra noi piú non impera
10l’indiscreto tuo consiglio.
La Ragion seduta in trono
loda il bello e loda il buono.
2.
     Se di nozze a cantar prendo,
chi spiegar può il mio diletto?
Di bell’estro allor m’accendo,
vien l’idea, nasce l’affetto:
5e mi presta dolci e pronte
le sue corde Anacreonte.
     Lungi, o turba de’severi!
Da te legge allor non piglio:
e malgrado che tu imperi
10coll’irsuto sopracciglio,
fo che scherzi la Virtude
colle Grazie tutte ignude.

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3.
     S’io di nozze a cantar prendo,
chi spiegar può il mio diletto?
Di bell’estro allor m’accendo,
vien l’idea, freme l’affetto;
5e m’appresta dolci e pronte
le sue corde Anacreonte.
     Lungi, o turba de’severi!
Da te leggi allor non piglio;
non mi curo che tu imperi
10coll’irsuto sopracciglio;
e scherzar fo la Virtude
con le Grazie tutte ignude.