Poesie (Parini)/IX. Canzonette/IV. La sincerità

IV. La sincerità

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IV

LA SINCERITÀ

(Per Giuditta Sopransi?)

     Viva viva la Giuditta,
non giá quella che troncò
il gran capo ad Oloferne,
onde il popolo salvò;
     5ma quell’altra, assai piú bella
e piú grande nel valor,
la qual fece un’altra cosa
che piú degna è di stupor.
     Che mai fece questa bella
10per che vantisi cosí?
E che mai si può aspettare
da le belle d’oggidi?
     Questa bella, dimandata
gli anni suoi di palesar,
15gran portento! disse il vero,
senza un attimo levar.
     Oh portento, oh meraviglia!
Come questo dar si può?
Questa è l’unica fenice,
20che giammai non si trovò.
     Ma i nemici d’ogni lode,
i maligni saltan su;
e mi dicon: — Che rumore?
Non è poi si gran virtú.

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     25Ella è saggia e fresca e bella;
tutto questo ognuno il sa:
perché dunque ella dovea
far misterio dell’etá? —
     La natura femminile,
30sciocco vulgo, è ignota a te:
e nel fatto non comprendi
tutto il merito che v’è.
     La natura ad ogni donna,
dell’etá sul primo albor,
35de la cara giovinezza
fa conoscere il valor.
     E le dice: — Tu se’ bella;
sará grande il tuo poter;
ma piú giovane ti fingi,
40piú se’ certa di piacer. —
     Quindi nasce ch’ogni donna
altro ha in bocca ed altro in sen;
tal che vuol su i quindici anni
guadagnare un anno almen;
     45tre su i venti, e cinque poi
de’ sei lustri in sul confin;
ma galoppan le decine,
se l’ottavo è a lei vicin.
     Uso tal si fa bisogno,
50poi divien necessitá;
si che alfine almen su gli anni
non può dir la veritá.
     Anzi a sé mentisce ancora;
non accorgesi d’errar;
55la memoria la tradisce;
torna in dietro nel contar.