Poesie (Parini)/II. Prologhi/II. Prologo all'Olimpiade
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II
PROLOGO ALL’«OLIMPIADE»
Spettatori gentili,
siamo inesperte, il so. Nuove finora
son le scene per noi. Troppo immaturo
il cimento sará. Ma chi comprende
5quanti pregi del core e della mente
si radunano in voi, timor non sente.
Voi della molle etá, del molle sesso
il poter misurate. Ah! voi sapete
che gloria non cerchiam. Folle saria,
10temerario il pensier. Cerchiam soltanto
erudirci cosí, per esser poi
piú degne un di di conversar tra voi.
Ma della lode il suono
non fuggiamo però. Qual’alma è mai
15dura o fredda cosí che della lode
al piacer non s’arrenda; e che non brami
ottenerla da voi? Ah! se la palma
noi non speriam di meritare appieno,
piaudite, ah si, per animarci almeno.
20Vola il destrier contento
quando la tromba intende:
sfida nel corso il vento
e più timor non ha.
Tal, se l’applauso accende
25un giovinetto core,
va per la via d’onore,
a superar l’etá.