Poesie (Parini)/II. Prologhi/I. Prologo alla rappresentazione del Demetrio
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I
PROLOGO ALLA RAPPRESENTAZIONE
DEL «DEMETRIO»
nel giorno natalizio di Sua Eccellenza il signor conte di Firmian.
Che lieto giorno è questo?... Il cor nel seno
perché balza cosi?... Perché si desto
l’ingegno in noi?... Che lieto giorno è questo?
Ah chi mai non lo sa? Questo di vita
5a un magnanimo eroe
spirò Paure primiere:
questo gli apri il sentiere
di gloria e di virtude: e quante volte
a lui fece ritorno,
10sempre il mirò di nuovi pregi adorno.
Che fare in si bel di? Fra tanto affetto,
come a quell’alma grande
dar di gioia tributo e di rispetto?
Ammirarla e tacer?... Ma chi pon freno
15all’impeto del cor? Parlar?... Ma come?
se la grandezza sua col nostro ingegno
adeguar non si può; se scarso encomio
a tanti merti è frode;
se la modestia sua sfugge ogni lode.
20Dunque che far? Si tessa
un inganno gentil. Del finto Alceste
si presentino i casi. Ognuno in quello
vedrá del nostro eroe
le altere doti espresse; ed ei deluso
25quelle virtudi stesse
ammirerá in altrui,
che tutto il mondo riconosce in lui.
Se il pastorei si vede
la prima volta al fonte,
30cosi la gota e il fronte
a vagheggiar si sta.
Semplice! e non s’avvede
chi sia quel vago oggetto;
e nell’ignoto aspetto
35loda la sua beltá.