Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/XXXV

XXXV

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XXXIV XXXVI

 
A nessun piace il ruzzar delle mani,
poi che insino alli stolti l’han per male,
e tutto il dì, per quel che poco vale,
si veggon seguitar da casi istrani.

Fa’ pur che dal dover non t’alontani,
se vuoi montar le magnifiche scale,
però ch’alfin più scende chi più sale,
chi più va drieto a questi ben mondani.

Bastici adunche al viver virtüoso
sol quel che si richiede a sufficienza,
poi che sappiam ch’ogni estremo è vizioso.

Cerchiàn gli efetti e non tanta apparenza,
se non vogliam ch’ella vada a ritroso;
e così fia per noi ogni sentenza.

La divina clemenza
eccede in perdonare ogni mancanza,
ma non di chi fa il male a sua fidanza.