Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/XVII

XVII

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XVI XVIII

 
D’uno in altro pensier, che mi traporta
e volge ispesso perch’io son malfermo,
cognosco quanto e’ sia noioso e infermo
il viver nostro e la potenza corta.

Dall’altra parte assai mi riconforta
colei con chi non val difesa o schermo,
ond’io non so s’io mi niego o confermo
quel che mi muove o il suo contrario aporta.

E da questo intradue, s’io non m’inganno,
nascon degli altri, e l’ignoranza mia
concorre a ciò che non mi può far peggio.

Confusione ne segue e me disvia;
che fia non so, m’assai combatuto hanno:
vinca chi vòl, ch’io farò quel ch’io deggio.