Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/LIX

LIX

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LVIII LX

 
Io parlo poco, e veggo e sento troppo,
rispondo tardo, e scuopromi di rado,
quando esser credo al fin getto per dado,
e ho dovizia assai del senno doppo.

Concorro al bene, e, serrato in un groppo,
ghiribizzando vo qual fusse il guado,
né di qua truovo alcun sì fermo grado
ch’alfin non caschi o dubiti d’intoppo.

Dunche a che volontari in tanto estremo
ci carichiàn dei nostri e d’altrui danni,
che chi cen priega in grazia nol faremo?

Maladetta ambizion, che sìe c’inganni,
s’abbiendo a punto quel che più vorremo
ci accresca incarchi al fin de’ nostri danni!