Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/II

II

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I III

 
Nulla è che non sia stato e sempre fia,
come per ogni storia si ricorda,
ché nostra voglia concitata e ingorda
ci avolge errando e spesso ci disvia

ch’è colpa delle stelle. Oh qual follia!
S’aggiunta al mal voler l’opra s’accorda,
d’atribuirlo a altri è cosa assorda,
però convien ch’ogni mal ben ci stia.

Sicché destianci omai con lo intelletto,
sollevando dalli occhi il mortal velo,
e seguiàn la ragion che ’l ver ne mostra.

Così quaggiù s’ha fama e grazia in cielo
sanza stimar più voglia il corpo infetto,
ché non ha fondo la miseria nostra.