Poesie (Fantoni)/Odi/Libro I/XXII. Alla S. R. M. di Maria Carolina...

XXII. Alla S. R. M. di Maria Carolina...

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XXII

Alla S. R. M. di Maria Carolina Amalia d’Austria

regina delle Due Sicilie

(1795)

     Austriaca donna, al di cui piè s’inchina
l’abitatore della Puglia ardente,
della sebezia fortunata gente
madre e regina;

     5or che tu scendi fra la turba accolta.
ove Arno il ponte delle pugne morde,
il nuovo suono dell’etrusche corde
propizia ascolta.

     A te non chieggo ambiziosi onori,
10onde poggiare a perigliosa altezza,
non quei, che il volgo avidamente apprezza,
vani tesori.

     Poco mi basta: di maggior fortuna
vada altri in traccia: assai per me sarebbe
15un fertil campo, un picciol tetto ov’ebbe
Fiacco la cuna.

     Con pochi amici, a parca mensa, in pace
vivrò contento fra discrete voglie,
né del mio albergo varcherá le soglie
20cura mordace.

     Farò che sappia l’abissino adusto
e quei che preme la gelata spiaggia,
c’hai il cuor di Tito, la virtú, la saggia
mente d’Augusto.

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     25Erger io voglio di votivi marmi
mole ove s’apre al nostro campo il varco,
e questi in fronte scolpirò dell’arco
saffici carmi:

     «Qui nelle selve di un novello Pindo,
30or colle muse, or fra i bicchier scherzando,
grato ad Amalia e all’immortal Fernando,
vive Labindo».