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libro primo 39

XXII

Alla S. R. M. di Maria Carolina Amalia d’Austria

regina delle Due Sicilie

(1795)

     Austriaca donna, al di cui piè s’inchina
l’abitatore della Puglia ardente,
della sebezia fortunata gente
madre e regina;

     5or che tu scendi fra la turba accolta.
ove Arno il ponte delle pugne morde,
il nuovo suono dell’etrusche corde
propizia ascolta.

     A te non chieggo ambiziosi onori,
10onde poggiare a perigliosa altezza,
non quei, che il volgo avidamente apprezza,
vani tesori.

     Poco mi basta: di maggior fortuna
vada altri in traccia: assai per me sarebbe
15un fertil campo, un picciol tetto ov’ebbe
Fiacco la cuna.

     Con pochi amici, a parca mensa, in pace
vivrò contento fra discrete voglie,
né del mio albergo varcherá le soglie
20cura mordace.

     Farò che sappia l’abissino adusto
e quei che preme la gelata spiaggia,
c’hai il cuor di Tito, la virtú, la saggia
mente d’Augusto.