Poesie (Eminescu)/XXXIX. Kamadeva
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XXXIX. Kamadeva
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XXXIX.
KAMADEVA.
Dai tormenti dell’amore
volendo l’anima guarire,
ho chiamato in sogno Kama,
Kama-deva, dio indiano.
5Egli venne, il bel fanciullo,
a caval d’un pappagallo,
col sorriso ingannatore
sulle labbra di corallo.
Ali ha, e nel turcasso
10porta seco, a mo’ di frecce,
solo fiori avvelenati
colti in riva al giallo Gange.
Alla cocca uno ne pose
e nel petto mi colpì,
15e d’allor tutta la notte
piango insonne nel lettuccio.
Con sua freccia avvelenata
è venuto a martoriarmi
il figliuol del Cielo azzurro
20e dell’arida Illusione.