Poesie (Eminescu)/V. Alla Bucovina
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V.
ALLA BUCOVINA.
Non dimenticherò mai, o bella Bucovina,
il genio tuo romantico, i monti tra la luce,
le valli tra i fiori,
i fiumi rimbalzanti fra picchi dirupati,
5le acque che risplendono qual freschi diamanti,
oltre i campi, lontano.
Del mio destino sorrisi e gemiti
canterellati in nenie, canterellati in sogni,
sottovoce, in segreto,
10mi tornan tutti alla memoria, mi sfilano dinanzi,
il cuor mi rubano, e, con dolci parole,
mi sussurran parole di rimpianto.
Solo sul tuo seno i genii malefici,
che spoglian di malie lo stame della mia vita,
15par che sonnecchino:
mi lascian tranquillo perch’io canti nel mondo
e sogni un destino superbo al mio nome
ed alla stella mia.
Quando sulla bruna volta tremola Selene
20con passo armonioso, con pigro passo,
lene per la sua strada;
Eolo sull’arpa sua che in suon blando vibra
canta della Notte la canzon mistica e dolce
qual canto di Valhalla.
25Allora, pari al Silfo che ci addormenta in pace,
mi batte il cuore, batte e non tace,
palpita leggiero,
tra belle fantasie ei s’apre la strada
ed oltre i monti boscosi, oltre colline e valli
30porta il suo pianto.
Porta in segreto verso te il suo pianto,
mentre l’occhio mi sfolgora, le ciglia lagrimano
e sul cuore ho un peso;
così ogni qual volta a te ripenso
35nuvoli di sospiri mi opprimon l’anima,
o Bucovina mia!