Poesie (De Amicis)/Miserie/Miseria
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Miserie | Miserie - Sopra una casa d'ospizio | ► |
MISERIA.
(a un amico).
I.
Grida pur, saggio amico, a tuo talento.
Connaturata la miseria al mondo;
Io so che in petto un intimo e profondo
Eterno grido accusator mi sento;
E fin che d’un tapino odo il lamento
E una moneta in un piacer profondo
Reo mi tengo, e tal sono; e in cor nascondo
Un senso di vergogna e di sgomento.
E spesso al desco mio parco, ma lieto,
Col pan lasciando ricader la mano,
Taccio, assalito da un terror secreto,
E sento alti singhiozzi e voci d’ira
D’un desolato popolo lontano
Che maledice a la mia mensa e spira.
II.
Povere bimbe con le vesti a brani
Curve su l’ago in abituri infetti,
Madri che al seno con le scarne mani
Vi stringete i morenti pargoletti,
Tristi fanciulli per le vie costretti
Il tozzo immondo a disputar coi cani.
Vecchi che brancolate oggi, sorretti
Dalla speranza di morir domani,
Misera gente che la morte oblia.
Martorïati scheletri viventi
Per cui tutta la vita è un’agonia,
Quante volte, nell’intimo del core,
Al mio stato pensando e ai vostri stenti,
Mi par d’essere un ladro e un impostore.