Poesie (Carrer)/Ballate/La Fuga

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LA FUGA.


Sotto un salcio, afflitti e lassi
     Della tema e del cammin,
     Raccogliean gli erranti passi
     Una bella e un pellegrin.

5Per foreste e per deserti
     Sette giorni ramingar:
     Vider monti e piani aperti,
     E torrenti valicar.

Al ruggito delle fiere
     10Spesso l’orme raffrettar;
     Spesso udiro le bufere
     Fremer sopra, e via passar.

Dimmi caro, un dì richiese
     La fuggiasca il giovincel:
     15Quanto tratto di paese
     È ancor lunge il tuo castel?

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Il garzon, com’uom rivolto
     Tutto altrove col pensier,
     Le risponde: lunge molto,
     20E difficile il sentier.

E seguian; poi mesti e lassi
     Della tema e del cammin,
     Raccoglieano al salcio i passi
     E la bella e il pellegrin.

25Nella palma chino il viso,
     È la bella in gran dolor;
     E il garzon da canto assiso
     Or che pensi, fido amor?

Rispondea la giovinetta
     30Con accento di pietà:
     Penso al padre che m’aspetta,
     Nè mai più mi rivedrà.

Ah che il fulmine non chiami
     Sull’ingrata che fuggì!
     35Qui la pianta scosse i rami,
     E la bella tramortì.

Al fredd’aer che la fiede
     Già si sente rinvenir:
     Apre gli occhi, e più non vede,
     40Ahi! non vede il suo desir.

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In piè balza, un’erta sale;
     Carlo! chiama, e chiama invan:
     Parte, riede, e nulla vale;
     Tutto cielo e tutto pian.

45Sotto i rami della fida
     Mesta pianta ritornò:
     Carlo! Carlo! ognor più grida,
     Qui tu fosti, qui morrò.

Quivi pianse il caro sposo
     50Sette giorni, e poi morì;
     E quel salice pietoso
     Curvò i rami, ed appassì.